giovedì 27 settembre 2012

Lo Storiaio prepara la " Polenta di Castagne"

Ho camminato tanto in questi giorni.
La stagione sta cambiando e l'autunno sta per arrivare. La Maremma ha già trasformato i suoi colori.

Ho trovato altre storie da raccontare, le storie cambiano colore, come le stagioni.

Cercavo storie e castagne su' per il Monte Amiata.
                                                      Foto by Maremma a Tavola di M.Vergari e C.Barontini Ed.Tellini  

Mi chiedi come mai ho cercato le castagne proprio sull'Amiata?

Oh Bischero, davvero non sai quanto sono belle le castagne dell'amiata ?

Sono grandi, rossiccie, le sbucci facilmente e quando mordi le senti morbide e dolci.

Camminavo con il pappagallino dentro la sù gabbietta e i miei rotoli con le storie appesi al bastone.
Volevo vendere un pò di lunai ma... nisba!

A me piacevano tanto le "vecchiarelle",  le castagne secche e bollite
Le mangiavamo sempre la sera della vigilia di Natale.
La Vigilia la chiamavamo  " La sera delle sette cene " per i tanti piatti che si preparavano.
Quella sera nessuno mangiava carne.
Il  proverbio ce lo diceva bene cosa fare :
 "Chi guasta la vigilia di Natale, corpo di lupo e anima di cane"  

Ora, solo se sei boncitto e fai le cose per benino, ti racconto come si fa la Polenta di Castagne .

Prendi la farina di castagne. Metti l'acqua nel paiolo con poco sale.
Quando bolle l'acqua  metti giù la farina tutta insieme. Falla bollire per circa 20 minuti  e poi scolala.
Se la polenta ti pare troppo dura,  aggiungi via via l'acqua con la quale hai  bollito.
Quando la polenta è soda al punto giusto, ripassala sul fuoco per pochi minuti.

mercoledì 26 settembre 2012

Lo Storiaio racconta: Sasso che ruzzola 'un fa carpiccia

" Sasso che ruzzola 'un fa carpiccia.." , 

è un lemma dialettale della Maremma Toscana, carpiccia significa muschio.
Viene usato per  indicare una persona incostante, che non ottiene risultati.

Ti voglio raccontà la Storia del mio amico Telemaco, un uomo che amava  questa frase.

C'è nella Maremma un posto speciale..:  La  Montagna dell'Elmo di Sorano.
Proprio qui abitava il mio amico di nome Telemaco.

Telemaco, si, lui si chiamava in questo modo,  perchè mi guardi con imbambolato?

Sei stupito dal nome?
Maremma Boncitta, i mei  amici maremmani avevano nomi ancora più buffi :
Dinamo, Eurialo per gli intimi Euro, Siriano, Sirio, Silia, Selvatico, Arunca.
e potrei continuare e fare una lista lunga lunga.
Potremmo divertirci tutti insieme a crearla...

Qui in Maremma quando una coppia aspettava un cittino non andava mica a cercare sul calendario il  nome da dare, nemmeno gli garbava tanto usare il nome del nonno.
Maremma Speciale,  i nomi per i cittini venivano pensati sul momento, la scelta era legata a qualche  avvenimento, ma fammi continuà la storia :

Io avevo un amico che si chiamava Telemaco e abitava in un casale antico sulla montagna dell'elmo insieme alla mamma e alla su' sorella.

Era un ometto boncitto Telemaco aveva sue grandi passioni:  i  fegatelli  e il vino.
La sù mamma con la sù sorella quando tornavano a casa lo trovavano spesso con il fiasco vuoto sul tavolo.

Un fegatello e un bicchierettù, un fegatello e un bicchierettù .
Per questo le poverette nascondevano la chiave della cantina.
Il mio amico però non era un pollero e la cantina l'apriva pure senza chiave.

Telemaco un giorno decise di sposare Marietta.
Gli garbava tanto la giovane contadina che abitava nel podere vicino.
Il dubbio che lo affligeva era " come dirglielo" .
Telemaco non sapeva da che parte comincià.
Marietta per giunta, era una persona più timida di lui .
Così ' un giorno dopo aver tanto riflettuto
prese l' importante decisione.

Andò in cantina  con 20 fegatelli , immaginò la scena, poi bevve un bicchierettu e mangiò un altro fegatello e con fierezza si diresse verso la casa di Marietta.
Arrivato alla porta bussò in modo deciso.
La su' faccia era rossa ma la voce era tonante. Assunse un atteggiamento " virile",  guardò in faccia
Marietta e così all 'improvvico, senza farla nemmeno riprendere dalla sorpresa,  le  disse  :



- Marietta, io sò un uomo ma .. 
" Sasso che ruzzola non fa carpiccia ",
mi vuoi sposare ?-  



domenica 16 settembre 2012

Lo Storiaio racconta: Barbetta il Falegname


E' arrivato il tempo della vendemmia  e sono pronto per raccontarti un'altra storia.
Non ti voglio mica sfruzzicà pè farmi ascoltare, Maremma Vinaiola! .

Stai boncitto e attento mentre ascolti la storia di Barbetta.
Come chi era Barbetta?
Sciotè,  non sai chi era Barbetta! Eppure lo sanno tutti .
Augusto Sadun detto Barbetta era un ebreo che viveva a Pitigliano e di  professione faceva il Falegname.

Maremma complicata, ora i pensieri insieme ai ricordi  mi sfarfallano nel cervello e  mì devo concentrà per bene prima di iniziare il racconto.

Barbetta  aveva la bottega nel Borgo antico di Pitigliano, sulla strada della Sinagoga.
Via Zuccarelli  è scritto sulla cartina del paese.
Chiamatela un pò come vi pare, i Pitiglianesi la chiamano con il suo nome  popolare :  " Il Ghetto" .
Il Ghetto è la strada più più bella del borgo.
Vicoli e scale scivolano ai lati della via insinuandosi come fa l'acqua nel tufo per terminare a strapiombo su un paesaggio spettacolare.
                                                 Via Zuccarelli-Pitigliano - Foto by Carlo Fè


Barbetta era un bravo e stimato falegname, la sua bottega era sempre operosa.
Capitava, purtroppo, che una  famiglie del paese gli ordinasse  una cassa da morto.
In quei tempi le casse venivano costruite su misura .
Quando arrivava l'ordine della cassa da morto su misura, Barbetta trasferiva la sua attività nel bel mezzo della strada .
Non costruiva mai  le bare all'interno della sua bottega, va a capì il perchè.
Forse la bottega era buia e lui si impressionava, forse era stretta e aveva bisogno di maggiore spazio. Insomma però ti dico per certo che Barbetta  le casse da morto le costruiva solo in mezzo alla strada, davanti alla sua bottega .  

Era più tranquillo-  dici tu ?-  Siee meglio,  non era mai tranquillo.
Immagina te quanta gente passava su e giù per quella strada durante il giorno.
Te lo dico io, tanta gente camminava lì per il Ghetto. In quella Via c'erano molte botteghe, c'era il  forno, il calzolaio, il macellaio e la  Sinagoga.
                                                       foto by Carlo Fè

Credimi,  quella strada era  un via vai di gente.
Incrociando Barbetta  in mezzo al Ghetto a  nazzicà nella cassa,  tutti si fermavano per dirgli : :
Oh Barbetta... e chi è morto ? 
Barbetta detestava queste domande, si sentiva come sciunito dalle parole e dai rumori.
Per  levarsi subito la gente di torno lui,  senza nemmeno alzare gli occhi, rispondeva dando un nome al   defunto, il primo che gli veniva in mente, ma mai quello giusto.

Che le risposte di Barbetta fossero sempre errate era un fatto conosciuto,  ma la gente non demordeva, gli sciorni come sai, la curiosità non la sanno trattere .
Così erano tanti a scompiglià Barbetta, che continuava imperterrito a  inchiodà la cassa.  


Un giorno Barbetta aveva una cassa da consegnare,  ma il lavoro ordinato in tempo  non era ancora  finito.
Il ritardo si accumulavo ed il falegname era nervoso.

Il morto quella volta, era un personaggio molto conosciuto ed importante nel paese.
Immagina te ora quanta gente c'era quel giorno intorno al povero Falegname,  lì in mezzo al Ghetto.
Più Barbetta si concentrava per accorciare i tempi, più lo sciame aumentava.
Tutti volevano sapere qualcosa di più sull'evento.
Come è successo ? Quando è successo? Di chi era figlio?  Che mestiere faceva il su' nonno?
 e via di questo passo.
Le domande ormai erano raffiche ed  investivano il falegname che seduto per terra, a testa bassa
era concentrato sul suo lavoro.
Barbetta non rispondeva, inchiodava e grugniva, ma il tempo passava inesorabile .

All'ora stabilita per la consegna, con il morto attorniato da parenti addolorati per l'estremo addio, la bara non era pronta.
I parenti iniziarono a protestare mandando munelli da Barbetta per mettergli  prescia.

Sadun sentì le vigule addosso.

Mandò di corsa Armandino, l'apprendista falegname a casa dei parenti  con questo ordine preciso da trasmettere :

" Invece di fare tanta lagna  fate meglio a salare subito il morto, così si mantiene  più a lungo ..almeno fino all'arrivo della bara" .