lunedì 31 dicembre 2012

Lo Storiaio racconta: Ho visto gli gnomi

                                   "Ho visto gli gnomi" libro Antonello Carrucoli 

Nella dimensione degli Gnomi l'armonia della propria interiorità con il resto del Creato è alla base della conoscenza.
                                 Auguri a tutti per il Nuovo Anno!! 
Foto del testo- Illustrazioni  a cura di Maria Daniela Vigna   

Auguri di Buon Anno !
Come è bello andare a zonzo in questi giorni di festa.
Vedo tante persone a passeggio per il borgo, molta gente nei negozi.
Maremma Boncitta in mezzo a tanta confusione io mi confondo e il mì papagallino verde, confuso più di me becca come un folle la mia spalla. .
E' meglio se torno fra i miei rotoli e racconto una storia, quella del Popolo Invisibile, invisibile a noi "uomini grandi".
Foto del testo- Illustrazioni  a cura di Maria Daniela Vigna   
La Storia l'ha scritta un mio amico:  Antonello Carrucoli.
Lui è uno Storiaio-Professore e non va in giro per mercati e fiere di paese raccontando storie come faccio io, lui scrive su libri e su giornali.
Antonello racconta quando andando in cerca di funghi nelle campagne intorno i paesi di Pitigliano, Sovana e Sorano nella Maremma, incontrò gli Gnomi.
Partì per cercare funghi di notte da solo, mentre attraversava campagne era impaurito ed irrigidito dal freddo.
Nel silenzio e nel buio gli tornavano in mente i racconti che aveva ascoltato da bambino, storie di paura, storie di streghe di orchi e di fantasmi che si divertivano a spaventare i viandanti nei boschi, la notte.
Era il 23 settembre, giorno dell'equinozio d'autunno.
Durante gli equinozi ci sono 12 ore di buio e 12 ore di luce, insomma un perfetto equilibrio perfetto fra la notte ed il giorno. .

Da sempre,  il 23 settembre gnomi, nani ,elfi, folletti, fate, troll, orchi e orchetti si danno convengo per sfidarsi nella famosa  "Corsa Equinoziale", una vera gara per il popolo invisibile ma anche una  Grande Festa che il Popolo invisibile fa in onore della Natura, dell'armonia del Cosmo e dell'equilibrio fra Luce e Oscurità .

Ogni partecipante alla gara sceglie  il suo "bolide" : foglie, bastoni, api, libellule, scope per fare un giro completo intorno alla terra, con partenza e ritorno nello stesso punto:  il Mondus .
Molto tempo fa gli uomini grandi, tranne gli Storiai, furono squalificati dalla gara, il motivo lo possiamo intuire tutti.

Foto del testo- Illustrazioni  a cura di Maria Daniela Vigna

Antonello Carrucoli, metà Storiaio e metà Professore, sapeva già che i concorrenti  della
"Corsa Equinoziale", prima di arrivare al Mondus avrebbero attraversato Le terre delle fitte nebbie, territorio che si estende tra Bolsena, Sovana, Pitigliano e Sorano nella Maremma Toscana  

All'epoca le nebbie in questa zona si formavano dai vapori delle acque calde di origine vulcanica.  
La testimonianza del passaggio dei concorrenti nel nostro territorio è rimasta nelle Coppelle Rupestri scavate nel tufo, piccole e misteriose cavità che si incontrano lungo il percorso. Nelle Coppelle sono ancora visibili i segni che riproducono costellazioni della volta celeste, vere e proprie mappe incise dal popolo invisibile per non rischiare di perdersi, durante la Corsa.
Altro che segni lasciati da cinghiali o da istrici come raccontano i cacciatori che hanno perso il senso e la memoria dell'evento Cosmico tra un bicchierettu e un altro.

Antonello durante il giorno dell'equinozio incontra gli Gnomi Vel e Dops due nani che per problemi tecnici
sono costretti ad abbandonare temporaneamente la Gara Cosmica e sono fermi nel bosco.
Ora viene il bello.....ma io non posso raccontarvi altro.

Foto del testo- Illustrazioni  a cura di Maria Daniela Vigna

Maremma Boncitta, siamo capaci di iniziare l'Anno Nuovo facendo qualcosa di buono per qualcuno che ha più bisogno di noi?
E allora comprate il libro di Antonello Carrucoli, Storiaio/Professore perchè il ricavato è destinato dall'autore alla ONLUS "Desert Vert  Soong-Taaba" per contribuire alla costruzione di una scuola nel villaggio di Pikieko (Burkina Faso).

Ho visto gli gnomi...di Antonello Carrucoli-Moroni Editore

mercoledì 19 dicembre 2012

Lo Storiaio racconta: La storia vera della Casa dei Carrai

Natale è vicino e io sono contento, saltello per la gioia, mi pare di essere tornato cittino.
Non puoi immaginare quante cose ho ancora da fare!
I regali per gli amici mi impegnano tanto tempo, li costruisco con le mani uno per uno, cerco e riciclo tutto quello che trovo nei boschi e nelle case.
Maremma boncitta, non mi guardare con gli occhi strabuzzati.
Puoi stare tranquillo, certo che lo preparo anche per te un regalino!
Dimmi quello che desideri e io lo costruisco.

- Un carrozza? vuoi una carrozza per regalo ?-

Dimmi come ti vengono nel capo queste idee, Maremma Inventata, come ti frulla nel cervello l'idea che io sia capace di costruire carrozze e carri?

Mira....un modo c'è per farti contento.
Andiamo a vedere la casa dove tempo fà esisteva La Bottega dei Carrai, a Pitigliano.
E' una grande casa rosa sulla strada che porta dal paese all'ingresso del Parco Orsini.
In questo luogo vivevano e lavoravano "I Carrai" della Maremma.
Ingresso dell'antica Bottega, oggi trasformata in B&b
Il mestiere del Carraio era  fra gli  "Antichi Mestieri" scomparsi, uno dei più complessi.
Un bravo artigiano Carraio doveva saper essere falegname, fabbro, costruttore di ruote, doveva saper progettare e far tornare i conti e le misure.
I barrocci, i calessi, i barroccini (usati dai  "Cenciaioli" per vendere tele e stracci),
venivano costruiti con legno di Olmo, di Quercia, d' Acero e di Noce.
Importante era che tutta la legna usata per la costruzione del Carro fosse ben invecchiata da anni.
I Carrai usavano strumenti come scalpelli, pialle, tornio ed tanto altro ancora.

Il momento più importante durante la costruzione di un carro era la " Cerchiatura " delle ruote.
Molti uomini del paese andavano alla Bottega per assistere alla Cerchiatura e lo facevo anch'io.
Ci trovavamo in tanti lì per aiutarli, ma anche perchè assistere alla ferratura era davvero eccitante.

Per ferrare le Ruote, i Carrai accendevano il fuoco in questa sala che ora vedi bellina e colorata.
Se alzi gli occhi puoi vedere sul trave del soffitto i segni che ha lasciato il fuoco.


Solo quando il fuoco aveva preso per benino, i Carrai  mettevano sulle fiamme un cerchio di ferro precedentemente piegato a mano su un curvatore.
Appena il  ferro risultava incandescente e dilatato veniva ritirato con l'uso di  lunghissime pinze e velocemente applicato intorno alla ruota. 
Fatto questo, i Carrai sudati e tesi, gettavano secchi di acqua fredda sul ferro bollente.
Noi tutti  intorno per assisterli ed incitarli urlavamo in coro "Ovvia presto, fate presto". 
Il ferro incandescente non doveva avere il tempo di bruciare il legno, doveva invece ghiacciarsi subito e adattarsi perfettamente alla ruota.  
Maremma Boncitta, non era semplice fare un buon carro, era un lavoro impegnativo e faticoso! 

Noi tutti correvamo a guardare la ruota per vedere insieme se il ferro era ben assestato. 
Prima degli anni '50 i barrocci erano molto usati dai contadini, dovevano essere ben fatti per rimanere
solidi e resistenti sulle strade bianche e sconnesse

Quando il lavoro andava buon fine i Carrai erano contenti e allora si che iniziava la festa! 
Dalle giubbe degli amici uscivano fiaschi di vino, le donne scendevano dalla casa e portavano nella Bottega cesti ricolmi di pane e companatico.  
La Bottega diventava una fraschetta e giù tutti con canzoni, storie, risate e bicchieretti.  .  

 
Ti guardi intorno, 
vedi questo salone e non ti sembra vero tutto quello che hai  ascoltato? 
Eppure questa è la storia della Casa dei Carrai, una casa costruita dalla famiglia "Morviducci" su un terreno che apparteneva  prima ancora al Parco Orsini di Pitigliano.  

Trasformata nel 2000 in un accogliente B&b, la Casa ospita gente in vacanza
con  la stessa intensità che usava per accogliere il lavoro degli uomini quando era una Bottega.
Per scelta della donna che l'ha ereditata, le camere al primo piano portano il nome delle donne
della famiglia dei "Carrai ".
Costruita con il tufo e con la passione, questa Casa se l'ascolti, ti racconta ancora  la sua Storia.   




martedì 4 dicembre 2012

Lo Storiao racconta : Qualiterbe e le piante officinali in Maremma

Sai cosa mi capita quando racconto Storie nuove? Capita che mi emoziono.
Succede così anche quando ascolto le Storie raccontate da altri. .
Le persone mi stupiscono perche' raccontano sempre molto più di quello che mi aspetto.
E' vero che noi, gente della Maremma, amiamo narrare le Storie della nostra terra . 
Alle volte capita
che il  racconto iniziato a più voci  prenda la forma di un Arcolaio, dove la nuova storia mano mano si avvolge e si dinapa.      

Ma Ovvia, non mi voglio più  dilungà.   
Ascoltami ora ti canto o ti racconto la storia dell' "Erboristeria Qualiterbe" a Pitigliano :  

Chiudi gli occhi e con me immagina di vedere un gruppo di amici appassionati di medicina naturale
che hanno voglia di dare un'impronta nuova alla loro vita, hanno  voglia di viverla in modo più creativo. 
Così succede che questo gruppo di amici  curiosi un giorno arriva in Maremma, a Pitigliano e 
scopre l'esistenza di un laboratorio di Erboristeria nato qui  30 anni prima.
Subito intuiscono che sono in  luogo dove l'antica Tradizione della Medicina Mediterranea si incontra con le ultime scoperte scientifiche della fitoterapia. 
L'incontro è un amore a prima vista, immediatamente nasce l'idea di un progetto comune,  un nuovo sodalizio che si chiama " Qualiterbe" . 

La Maremma Toscana è un territorio  incontaminato e ricco di  piante officinali,  
le stesse vengono selezionate e raccolte dallo Staff , poi lavorate per farne prodotti di alta qualità .   

Ieri io,  ripulito per benino, sono andato da Qualiterbe per iscrivermi insieme al mì pappagallino ad uno dei  corsi  di formazione che loro organizzano. 
  
Non strabuzzare gli occhi e non i guardare con la faccia imbambolata !   

Vedi, 
lo  scopo di Qualiterbe è fare informazione e formazione,
loro vogliono si vendere i prodotti legati alla guarigione e al benessere, 
per poi ogni volta reinvestire in un futuro migliore per i giovani, fatto a misura d' uomo.



Maremma incontaminata, 
è vero che conosco le proprietà delle erbe e con quelle mi curo da sempre,
ma proprio per questo mi piace  l'idea di frequentare un corso nell' Erboristeria Qualiterbe, 
Immagino che sarà una bella esperienza fare un percorso non come sempre insieme ad altri Storiai, 
ma per la prima volta condiviso con professionisti e con i  ragazzi che,  mandati dalle Università,  vengono qui per fare il loro stage.
  
Con queste persone vivrò l'esperienza di vita in laboratorio,  un laboratorio vero non come quello che usava la mì povera nonna, 
andrò a raccogliere piante officinali, le stesse con  le quali lei, la mì nonna e le donne Etrusche preparavano  i  cosmetici o gli unguenti curativi. 

Certamente devo anche guadagnare qualche centesimo e per il  momento della preparazione e degli studi con lo Staff di Qualiterbe, 
ho già preparato i miei Lunai da vendere a loro.  

Mira, ti  pare così buffo che uno Storiaio come me abbia un sogno nel cassetto? 
E' che tu sei uno  Sciorno e non sai quanta gente ha un sogno così, 
Maremma Boncitta,  tocca dirglielo che è arrivata l'ora di aprirlo questo cassetto , 
così come ho fatto io !! 

http://www.qualiterbe.it/

  
  
   

giovedì 22 novembre 2012

Lo Storiaio racconta : Diesel il cane da tartufi che scoprì le Terme di Sorano



Mira che capita,
mi sono alzato con la voglia di raccontare una storia emozionante!
"Ricordati  però che le storie emozionanti costano più delle altre, anche se sempre meno delle storie di paura.
Tu non fà lo Sciorno, per ascoltare questa storia mi devi  2 centesimi di più. 
Ovvia, io comincio e tu stai bene a sentì :

Tempo fa avevo un amico speciale :  Diesel un cane da tartufi  .
- Speciale perchè?  - mi chiedi- 

Maremma boncitta ! 
Come sei picino quando cominci a chiedere le cose invece di capille da solo. 
Ora ti spiego
"Lo sai che l'olfatto è il senso più antico che abbiamo ? 
Ecco,
l'olfatto di Diesel era antichissimo, dentro c'erano scritte migliaia di storie.
Bastava che il suo nasone fiutasse un odore e nella memoria del cane  tornava  vivo e 
perfetto il ricordo della storia, proprio quella  dove l' odore era stato presente e annusato.


Diesel ed io ci incontravamo a Filetta, località sulla strada che da Pitigliano va a Sorano.
Proprio lì,  alla Pieve di Santa Maria dell'Aquila dove ora vedi  il "Residence Terme di Sorano"


Il canone mi raccontava come,
ancora prima della costruzione della chiesa quel luogo, dove l'acqua calda scaturiva dalla profondità della terra, fosse stato un Luogo di culto.
"Qui - amava raccontare Diesel,
per secoli ho visto sgorgare acqua calda, un'acqua ricca di proprietà curative per gli uomini e per gli animali.
I miei ricordi si sovrappongono, mi affollano la mente quando annuso l'odore dell'acqua.
Vedo immagini di riti pagani legati alla fecondità, alla vita stessa.
Come se ruotassi un caleidoscopio- continuava Diesel -
vedo immagini di guerre,
visi di soldati e degli Orsini, ricordo uomini che vivevano solo per curare l'anima di altri, 
le vesti dei monaci agostiniani, le gesta degli eremiti, ricordo eventi, rivedo i miracoli religiosi che sono accaduti proprio qui nella Pieve di Santa Maria dell'Aquila, dove c'è la sorgente.


Rimanevo imbambolato ad ascoltare Diesel, per ore.  
Maremma Storiaia !!! Ho speso una fortuna comprando cento rotoli di carta e ri- scrivere tutto. 
Bagni di Filetta primi 900 Angelino Giorgi Gestore 

Andavamo spesso insieme alla Fangaia, nel bosco delle Terme di Sorano.
Lì ben otto sorgenti d'acqua calda sgorgano e fluiscono nel terriccio, mescolandosi alle foglie.
Incontravamo nella fangaia altri Storiai come me, e  molti animali selvaggi.
Terme degli animali o Fangaia 
Ma che divertimento,  Maremma Contenta , ci rotolavamo tutti insieme nel fango per poi schizzarcelo addosso..era una meraviglia! 
La Fangaia è curativa per le malattie della pelle e del pelo e se non hai nulla da curare operi comunque un'azione preventiva.
Ora, mira il tronco delle Querce intorno alla Fangaia, vedi lo strato di fango che sembra un cinta intorno alla corteccia? Lo abbiamo creato noi,  perche' su quei tronchi amavamo strusciare le schiene ed asciugarci.

Un giorno uomini che prendevano il travertino fecero scoppiare mine vicino alla sorgente. 
Noi uomini volutamente ignoriamo che la natura non è sempre remissiva.

Quella sorgente di acqua buona, ricca di magnesio, acqua che aveva curato le nostre artrosi, le malattie della pelle, tanti danni al sistema circolatorio, si risentì per questo.
Offesa,  decise di non farsi più vedere dagli uomini irriconoscenti ed andò a nascondersi nel buio del sottosuolo.
L'acqua è il principio della vita, è un elemento femminile e alle volte è sensibile e permalosa.


Diesel invece capì subito lo scempio che era accaduto e il suo nasone tremò per lo sdegno.

In una delle sue tante vite Diesel incontrò Luciano Calvani.
I due si amarono reciprocamente da subito. .
Il cane decise che, solo attraverso Luciano avrebbe potuto riportare a giustizia la vita della sorgente termale di Sorano.
Un giorno i due uscirono insieme alla ricerca di tartufi .
Camminando arrivarono alla pieve della Madonna dell'Aquila.
Diesel sapeva che il suo padrone l'avrebbe seguito ovunque anche a costo di strisciare per terra sotto un tunnel formato da vegetazione, se lo era :  trovare un tartufo.

Mi chiedi come fece Diesel a trovare un tartufo nero proprio lì alla sorgente ?
Non posso risponderti e non è importante sapere sempre tutto.
Diesel è la magia e questo può bastare.

Quando Luciano, dopo aver preso il bel tartufo nero, con la vanghetta iniziò a muovere la terra,
avvertì d' improvviso un fiotto d' acqua calda scorrere sotto il palmo delle mani.
Diesel aveva vinto!
Pochissimo dopo Luciano acquistò il terreno e restaurò la chiesa fatiscente.
Immediatamente l 'acqua termale, sentendosi cercata e desiderata, tornò a sgorgare come prima.

Oggi la vedi scorrere elegante e placida nella piscina termale a cascata,
continua ancora dopo 4000 anni, la sua opera di cura.
La frivolezza che si concede è quella di sedurre giocando al gioco dell'attesa :
ama sparire a settembre per poi riapparire a primavera.

Questa è la storia che raccontava il mio amico Diesel, cane da tartufi.

Insieme agli animali selvaggi io torno spesso qui, nel bosco delle Terme di Sorano.
Vado alla fangaia,
vado dove Diesel mi ha chiesto di aspettarlo.
Alle volte mi è sembrato di vedere Luciano vicino alla Fangaia, luogo che ora chiama "Le Terme degli Animali"
.
Sarò uno Sciorno come pensi te,
ma sono convinto che anche lui  aspetta il ritorno del suo Diesel .






















giovedì 1 novembre 2012

Lo Storiaio racconta: Piero Pelù e gli Gnudi al Tufo Allegro

Prima la sdivignatura, poi la raccolta delle olive.
La gente che  lavora mi chiede di raccontare storie, per sentire meno la fatica.
Maremma Boncitta però,
racconta una storia oggi, racconta una storia domani ..
anch'io comincio a sentirmi scimmanatu.
Per rilassarmi e sopratutto per mangiare bene, decido di regalarmi una cena al  Ristorante il Tufo Allegro a Pitigliano e metto una coperta sulla gabbia del pappagalletto, per farlo dormire.

Entro nel Ristorante e indovinate chi vedo seduto al primo tavolo ?
Piero Pelù, il cantante!!
Mira te
-  penso io -
Piero Pelù, ci sei anche tie?
E' seduto al tavolo dove siedo io, mangia quello che mangio io.
Non gli sarà mica mica venuta nel capo, a Pelù così ricutinatu,  l'idea di rottamare lo Storiaio maremmano, cioè io ?
Mi sento un poco mbabbalunitu..

Sul tavolo apparecchiato è appena arrivato un bellissimo piatto di "Gnudi" al tartufo, la mia golosità.

Per fortuna Domenico, proprietario e Chef  si è accorto del mio arrivo.
Mi ha fatto accomodare al tavolo con Piero Pelù e poi ci ha raggiunti.
Immediatamente per me è arrivato un piatto di gnudi al tartufo, e io mi sono sentito Lo Storiaio più felice del mondo.
Dopo un bicchierettu di vino, per  fortuna Domenico Pichini  ha iniziato a raccontare . Così io e Piero Pelù potevamo mangiare ed ascoltarlo. .  

Sono buoni gli Gnudi, - dice lui
sono contento che apprezziate questo gusto delicato.
Piero Pelù per dimostrare allo Chef il suo apprezzamento ne ordina un 'altro piatto..
Maremma Boncitta, mi dico io,  lo devo tengo a bada !

Sono il primo piatto che ho imparato a cucinare da ragazzo- continua Domenico-
Mia nonna  " Rosa di Silvio di Canipe"  usava l'avanzo del ripieno dei Tortelli e si lasciava aiutare da me. 
Con le mani  lei, preparava " pallette"  di ricotta e di spinaci che chiamava "Ravioli ".
Li adoravo e per anni  ho creduto davvero di  mangiare i  Ravioli .
Il nome esatto di questo piatto Toscano è invece Ravioli Gnudi, cioè Ravioli senza pasta intorno.

Ricordo il giorno dell'apertura del Ristorante Il Tufo Allegro, quando preparai degli gnocchi .


Sarà stata colpa dell'emozione o della mia inesperienza, ma i miei primi gnocchi erano immangiabili.
In quello stato di panico mi salvò il ricordo dei Ravioli Gnudi di  "Nonna Rosa di Silvio di Canipe" .
Li preparai velocemente e salvai così il pranzo e la reputazione.
Da quel giorno, 15 febbraio 1992, non ho mai tolto gli Gnudi dal menù.
Senza volerlo, avevo riportato a vita una ricetta antica,  dimenticata da tutti.
Gli Gnudi segnarono così  l'inizio della mia ricerca sulle antiche Ricette Maremmane. 

Poco tempo dopo mi capitò tra le mani un libro scritto da una donna Ebrea, pubblicato in America .
Era un testo con antiche antiche ricette di cucina Ebraica nella quale riconoscevo piatti abitualmente preparati dalle famiglie di Pitigliano .
Solo i titoli delle ricette erano in Italiano.
Iniziai a tradurre i testi e compresi la compenetrazione fra le due trazioni culinarie, quella maremmana e quella degli ebrei di Pitigliano.
Trovai nel testo ricette per i Tortelli di zucchero e cannella, per il Baccalà con l'uvetta e pinoli, per il Buglione d'Agnello, l'uso delle spezie come la cannella o la noce moscata e finalmente ne compresi  l'uso, anomalo per una civiltà contadina come la nostra.
La ricerca mi appassionò sempre di più e mi avvicinai allo SlowFood .
Con la Sig.ra Elena Servi, ultima Ebrea di Pitigliano ed il fiduciario della condotta di allora approfondimmo la ricerca e fondammo il Presidio chiamato la "Cucina dei Goym" (Cucina dei gentili) .
Oggi il presidio dello Slow Food di Pitigliano è limitato al dolce Ebreo " Lo Sfratto" per la difficoltà trovata nello scrivere un disciplinare per le varie ricette.

Preparo questi antichi piatti con passione per i soci dello SlowFood  e per tutti, reputandoli  una peculiarità della cucina delle Città del Tufo della Maremma Toscana. 


Domenico ha finito il racconto ?
Maremma Boncitta !!! Mi sono addormentato dopo il secondo piatto di Gnudi !
Maremma Appisolata,
ho perso il controllo e non so quanti Gnudi ha mangiato Piero Pelù più di me !!

martedì 23 ottobre 2012

Lo Storiaio racconta Lui, il pappagallino e L'agricoltura BioDinamica nell' Agriturismo Solidòr

Oggi è 20 ottobre, la luna è in fase Crescente.
E' una sera giusta quindi per raccontarti una nuova storia .
Anche le storie si seminano meglio quando la luna è Crescente.
Andiamo insieme dagli amici dell' Agriturismo Bio Dinamico Solidor , nella campagna intorno Pitigliano.
Guarda quante piante di olivi in questa azienda .. sono 7500 piante quasi tutte della varietà "frantoiano" . L'olio extra vergine che producono è speciale, fruttato, amaro e piccante ..è un  Olio prezioso come
l' Oro della  Maremma.

Quello che non posso mostrarti da qui sono le grotte, situate nella parte scoscesa del territorio che arriva fino alla "Nova" .
Molti anni fa, negli anni bui e tristi della seconda guerra mondiale proprio in queste grotte alcune famiglie di Ebrei Pitiglianesi  trovarono rifugio,  scappando dall'Olocausto.

Questa terra, la mì  Maremma, ricorda bene quegli anni e i suoi contadini generosi che ospitarono famiglie di ebrei in fuga. Lo ricordano anche le grotte nel tufo, antiche tombe etrusche, che si aprirono per accoglierli
Ricordo anche, credi alla mia parola di  "Storiaio",
di aver visto gli  alberi di olivi tendere i rami per trasformarli in ali piumose, si , come quelle degli uccelli,  per proteggere uomini e donne da occhi pericolosi.


Quando sono arrivati in Maremma dal Nord Italia, Lorenzo e Luciana hanno trovato un'azienda che da anni  attendeva loro.  
Lorenzo Andi è uno studioso di Bio-dinamica. 
Mica è un bischero lui , è uno studioso vero! 
Pensa che quando Lorenzo era un giovane studente dell'Università di Agraria creò con alcuni colleghi la Rivista "Terra Bio dinamica" e in Italia in quegli anni nessuno ancora  parlava di Agricoltura Bio-Dinamica.

Lorenzo fu  poi Direttore e membro nel Consiglio di Amministrazione della "Demeter" 
http://www.demeter.it/ Lorenzo e Luciana erano le persone giuste per questa terra perchè sapevano parlarle e  risvegliare
i suoi meravigliosi olivi e i due casali, all'epoca semi distrutti e avere cura della sua memoria . 

E tu mi interrompi quando racconto e mi confondi  ..Maremma boncitta  
"Come non sai cosa è l' Agricoltura Biodinamica ? Ma via, non fà lo sciornu."   

Ora te lo dico con le parole mie : 

l'omo che fa agricoltura bio- dinamica è una  persona che sente dentro se stesso la responsabilità ed  il dovere di lasciare una terra fertile a chi viene dopo lui, ai suoi figli e a tutto il mondo .
Sono venuto qui stasera sperando di vendere i miei Lunai a Lorenzo e Luciana così  mi hanno invitato a cena
nel loro Agriturismo Biodinamico Solidòr .


Erano mesi che non mangiavo con tanto gusto come ho mangiato stasera da Luciana
Lei ha usato per la cena i prodotti dell 'orto e con questi ha creato portate magiche!
Anche la crostata con la  marmellate fatte da Lorenzo era squisita,  insieme a qualche bicchierettu di vino!
Lorenzo mi ha fatto assaggiare il loro olio extra vergine sul pane sciapo e fresco.
Mi chiedo : come fanno i loro ospiti a partire e lasciare questo posto ? Io dormo qui!

Ti dico tutta la verità :
avrei voluto  raccontare ai due amici le mie storie, anche per far lavorare un pò il  mì  pappagallino verde che è sempre più grasso e pigro,
invece
ho passato la serata ad ascoltare io Lorenzo e Luciana che mi spiegavano bene bene cosa è l' Agricoltura Bio Dinamica, come coltivano l'orto e gli ulivi , che significato ha la natura, l'armonia e  il succedersi delle stagioni...

Mi sono sentito Adà le vigule addossu ! 
E Ora vi lascio,  devo correre ad aggiornare i miei lunai.........Maremma Boncitta!   
  



http://www.solidor.it/











sabato 13 ottobre 2012

Lo Storiaio racconta: La Quercia Magica a Villa Corano

"Le storie si ascoltano con interesse quando trasmettono emozioni" .

Ora,  preparati velocemente e vieni con me.
Oggi  voglio farti conoscere una "Signora della Maremma"
la  mia amica "Quercia".
Lei è una pianta antica, divinatoria e  magica.
Sono uno dei  pochi  Storiai che ha la fortuna di poterla ascoltarla .


"Andiamo a piedi ,certo, lo sai  che io cammino sempre. Ora tu non fà il picinu e non comiciare a  mugulà.

L'azienda  VitiVinicola " Villa Corano" è a soli a 3 km da Pitigliano".
Maremma Pigra e Boncitta!



Eccoci qui,  lei è la Quercia. 
Ora tu stai  zittu e senti ..
sta iniziando il suo racconto, ascolta la passione : 





"Nacqui in maniera del tutto casuale, forse fui trasportata dal vento o da uccelli di passaggio.
Era la metà del 1700 e accadde in una località denominata "Corano", proprietà di S.A.R. Piero Leopoldo Lorena, nella Contea di Pitigliano nella Maremma Toscana. 
Le mie nobili origini rimasero tali fino al 1784, quando il Podere venne affrancato da Giuseppe Gherardini,  un agricoltore del luogo, la sua famiglia mi tenne in possesso sino ai primi del 1900. 

Ricordo bene quegli  anni che videro nascere il " Risorgimento Maremmano" .
Fu il tempo della bonifica integrale della Maremma che vide in Leopoldo II  Lorena, sostenuto dal Ministro Vittorio Fossombroni l' artefice di una colossale opera idraulica che sottrasse oltre 20.000 ettari di terra alla palude e alla malaria.
Quegli anni furono anche il periodo del mio maggiore sviluppo vegetativo,  la tipologia del terreno prevalentemente vulcanico  mi permise di diventare ben presto la pianta "Per Eccellenza " della zona. 

Le mie fronde per circa 3 secoli sono state testimoni di mille avvenimenti. 
Ricordo ancora i soldati con le camicie rosse che dopo essersi rifocillati proseguivano per Roma, i banditi che notte tempo organizzavano ruberie ai danni dei grossi proprietari terrieri. 
Rammento un amore sorto tra una giovane contadina che donò la sua castità ad un ardimentoso coetaneo che prometteva eterno amore,  che poi non mantenne. 


Le avversità atmosferiche hanno infierito su me lasciandomi segni evidenti, ma io sono viva, eretta al cielo, radicata nella mia terra natia. 
Sono pronta a proteggere raccolti e uomini come Stefano, conosciuto nel gennaio 1969,  che subito intuì il segreto delle mie doti divinatorie ( le manifesto solo a persone speciali con "parole" semplici che sussurro  all'alba o la sera quando il sole tramonta) .  
Ed è in uno di questi tramonti "surreali "  che Stefano Formiconi, pioniere della viticoltura maremmana, mi comunicò la sua decisione : realizzare un'Azienda Viticola che tenesse conto della spiccata vocazione territoriale. Furono selezionati impianti e vitigni autoctoni coadiuvati da altri internazionali, fu creata la base per la futura " Villa Corano", che prese corpo definitivamente nel
2001 con la costruzione della Cantina un gioello di tecnologia a sapiente tradizione.  
Stefano aveva ben inteso  i miei sussurri..   







Ecco "Villa Corano". 
L' etimologia del nome?  Parole latine "Cor Unum"  cioè "Un Cuore solo". 
L'Azienda oggi è un punto di riferimento dell' eno viticoltura locale. 



Vedo sempre tanto lavorio intorno a me : 
L'azienda produce vini legati alla tradizione come il Bianco di Pitigliano d.o.c.
e il Sovana Rosso d.o.c. Anche altri come Chardonnay, Sauvignon, Alicante, una riserva denominata 
"Archeo" ed infine due vendemmie tardive di Aleatico e Moscato
La mattina all'alba, la sera al tramonto .. io parlo e ricordo di mantenere la cultura della mia terra, di narrare le sue origini, di svelarne l'anima , chiedo di continuare a lavorare sempre con lo stesso  amore di oggi.  

Ogni anno vengo ammirata dai  mille visitatori che arrivano a Villa Corano. Alcuni provengono da paesi lontani e parlano lingue che non so. Vedo le persone affascinate dal luogo, dal vino, ma  anche da me e dalla mia bellezza longeva.
Vengo adulata, fotografata,  purtroppo nessuno di loro riesce ad intuire il mio segreto ed il mio linguaggio  ancora viene confuso con il brusio del vento ".